In uno dei suoi saggi Heidegger scriveva che gli edifici in genere diventano “cosa” quando “radunano il mondo”. Quel che è “radunatore” per Heidegger è la terra come “paesaggio abitato”, conosciuto, ossia un ambiente in cui ci si identifica, in cui ci si può orientare e ove ci si ritrova con i propri simboli e con i propri simili. Quest’ambiente è anche e soprattutto una Comunità d’individui, che invocano attraverso le loro strutture, più di qualsiasi altra cosa, un senso di identità. La qualità primaria quindi di una comunità è senz’altro il suo “luogo” singolo e identificabile e per soddisfare questa condizione, l’insediamento dovrebbe possedere, in relazione al paesaggio, un carattere altamente “figurale”.

– DESCRIZIONE – L’idea fondante nasce dall’aver adottato la figura geometrica del quadrato intesa come cerchio rettificato e simbolo dell’assoluto che contiene e accoglie l’Ecclesia di Montalto. La sua collocazione con la diagonale ortogonale alla strada sottostante, le permette di “offrirsi”, nella sua presenza materica, attraverso due ali di un piccolo porticato che raccogliendo i fedeli che vi giungono da ambo i lati della strada, li fa convergere verso la cuspide dell’accesso coperto, ricordo ancestrale di ciò che una volta era il Nartece. Nell’atrio il confluire del ventaglio delle travi di legno lamellare della copertura accompagnano lo sguardo e l’attenzione verso il punto focale della stessa diagonale del quadrato: il presbiterio. Qui una cascata di luce scende incanalata dall’elemento tronco-conico, irrompendo dallo zenit sull’altare, imponendolo alla vista di chi vi entra. Lungo le pareti che convergono verso il presbiterio sono ricavati a quota m.3,00 due ali di matronei che nel vertice opposto al presbiterio disegnano lo spazio della Cantoria. I due lati del quadrato che sembrano fuoriuscire dal fianco della montagna sono come protetti da due pareti di contenimento che offrono “riparo” agli ambienti che si sviluppano lungo gli stessi lati tra dette pareti e l’Aula Liturgica vera e propria.                      Arch. Donato Gelsi